giovedì 10 ottobre 2013

ELBA, una tappa imprevista a Marciana 2

Come lo scorso post sull’Elba, anche questo non era previsto.
In effetti è il seguito dell’altro!

Vi ho detto che sono andata a Marciana, no?

E vi ho raccontato la visita al Museo Archeologico
Poi naturalmente ho visitato anche la Fortezza Pisana (che ora vi racconto), con il biglietto cumulativo.

Scusate, anche in questo post le foto saranno poche e non belle: non avevo alcuna attrezzatura purtroppo.
Ma decidete voi, sono guardabili?

Uscita dal Museo mi dirigo verso la Fortezza, nella stretta stradina in salita e… eccola, neanche 30 metri più in là. La vista è improvvisa e quasi non mi rendo conto della sua presenza finché non le sto di fianco.
E' costituita da 4 grossi bastioni con feritoie, agli angoli di una costruzione quadrangolare che racchiude un ampio cortile.

Vediamo le origini di questa fortezza (saltate il giallo se non vi interessa).
L'ISOLA D'ELBA, dopo i numerosi domini di Etruschi, Romani, Longobardi e Franchi passò in dono alla Chiesa di Stefano II, poi nel 874 fu protettorato della Repubblica di Pisa che l’aveva liberata dal pericolo dei Saraceni e poi, intorno al Mille, passò alla sovranità diretta di Pisa. Da qui il potenziamento del sistema di fortificazioni.

Le fortezze di solito sorgevano sulle colline, in luoghi strategici che garantivano buone visuali sul mare, accanto sorgevano i villaggi. Col tempo i centri abitati si avvicinarono fino ad accorparsi alle fortificazioni, come qui a Marciana.
La Fortezza Pisana fu eretta nel XII secolo e ricostruita poi dagli Appiani nel 1450.
Infatti nel 1399 Marciana passò sotto la signoria del Principato di Piombino della Famiglia Appiani, assieme a tutta l’isola.
In epoca medievale il paese era cinto da mura nelle quali si aprivano tre porte, delle quali però oggi restano solo scarsissime tracce. Una di queste, nelle vicinanze di palazzo Appiani, presso la piazzetta e la cappella omonima, è Porta Sant’Agabito.

Entro.

Sulla mia sinistra un ragazzo controlla i biglietti e mostra le riproduzioni di armi antiche lì sul tavolino. Le sta facendo provare ad alcuni turisti stranieri per farsi le foto e chiede anche a me se voglio... No, non mi sento fotogenica, grazie.

Mi dice che nel bastione a sinistra sono esposti alcuni dolia provenienti da Monte Castello che non hanno trovato collocazione all'interno del museo e che poi posso salire su.
Su? Ahi, soffro di vertigini!
Vado a vedere velocemente i dolia, si trovano nel bastione dove è ancora visibile una parte di muro annerita dal fuoco, forse c'era una cucina, un focolare, un corpo di guardia?

Torno nel cortile. Sul lato interno c'è un palco che scopro allestito per diverse manifestazioni estive. Immagino che sia suggestivo assistere a spettacoli di musica e teatro in un ambiente del genere. Mi dicono che li organizzano ogni anno.

Prima di salire su do un'occhiata al bastione di destra. L'ingresso è chiuso con una porta di legno con una feritoia, in punta di piedi riesco a vedere dentro. E' una specie di voliera e l'ospite è una poiana dalla coda rossa che, ben addestrata, si esibisce quando vengono organizzate serate con spettacoli di falconeria. Non oggi purtroppo.

La sua presenza si collega ad un fatto storico. Infatti è provato da un documento del 1260 che i comuni dell'Elba fornivano i falconi da caccia all'Arcivescovo di Pisa.
Lì accanto un grande trabucco, come quelli che ho visto a Serravalle Pistoiese.

Non mi resta che continuare e salire su.
Il percorso indicato è a senso unico, si entra nel bastione di destra (non quello lato ingresso, ma dal lato opposto), si sale su, si cammina sul percorso del ballatoio e si scende dentro al bastione sinistro.
Mi decido e entro.
All'interno, nelle salette sovrapposte che ospitano le scale per salire su, trovo una bella esposizione di pannelli sulla storia delle armi, sulla storia della fortezza e delle FORTEZZE in generale. Mi fermo volentieri a osservare e leggere tutto. I testi non sono troppi e ci sono molti disegni, specialmente per spiegare come erano fatte le fortezze nelle diverse epoche.

Ho notato subito questo: i cartelloni sono fatti in modo quasi artigianale, come si faceva qualche anno fa, quando spendere per posters plastificati plottati con rendering fotorealistici non era pensabile.
Insomma, artigianali, non digitali... ma UTILISSIMI e IMMEDIATI.


Che poi chi l'ha detto che debba essere tutto superdigitale con effetti speciali e perfetti? Questi funzionano benissimo e mi fanno anche un po' nostalgia.

Nostalgia di quando, prima dell'avvento del digitale alla portata di tutti, alla facoltà di architettura, si facevano lavori bellissimi, arrangiandoci con pochi mezzi, tanto tempo e tanta fantasia.
Bei tempi! Ma torniamo a noi.


Oltre a questi pannelli illustrativi (di cui purtroppo non ho foto) c'è anche un'interessantissima mostra di armi antiche, sono delle belle riproduzioni fatte dall' artigiano maniaghese Fulvio Del Tin, dal gladio romano fino alla spada rinascimentale.
Sono molto belle e la collocazione non poteva essere più adatta.


Arrivati all' ultimo piano del bastione, per uscire sul percorso "di guardia" bisogna passare per una stretta botola salendo una scala a pioli.


Il passaggio è veramente stretto e scomodo, ma stringendosi un po' si esce all'esterno da una specie di abbaino.
Sono sul bastione, la vista è MOZZAFIATO, e diventa vertiginosa percorrendo il ballatoio.
Ma DA QUI si capisce bene la funzione di queste fortezze. DA QUI si DOMINA fino a Marciana Marina e il Golfo di Procchio, si vede fino al  Capo d'Enfola e oltre, e in caso di attacco di una flotta nemica, questa poteva essere avvistata con largo anticipo. Strategia.

Arrivata sull'altro lato guardo giù, nel cortile. Si vede bene la struttura quadrangolare del forte (perdonate le brutte foto e credetemi sulla parola).
I bastioni, anche se mutilati in altezza offrono ancora la vista dalle FERITOIE, e si può capire come ogni angolo intorno alla struttura fosse a portata di tiro. Non c'erano punti ciechi d'intorno e questo era a favore della sicurezza in caso di attacco.
Ben congegnato e realizzato dalle modifiche rinascimentali della famiglia Appiani.

Ho visto tutto, scendo, secondo la direzione a senso unico. Il passaggio in botola qui è più agevole e largo.

Saluto il ragazzo all'ingresso. Sono soddisfatta, la Fortezza Pisana viene valorizzata come merita.

L'unico appunto: avrei voluto trovare una brochure esplicativa, anche piccola come quella del Museo Archeologico, da portare via.

Ma non si può avere tutto.

Ora dove vado? Forse mi fermo alla Cappellina di San Liborio.

Alla prossima.

Biblio:
Silvestre Ferruzzi: “SIGNUM. Elba occidentale: Percorsi storici sulle tracce della toponomastica - PARTE PRIMA: Il versante Occidentale e Settentrionale
Giorgio Monaco, Mario Tabanelli: ”Guida all’Elba archeologica ed artistica dalla protostoria al 1700” Editrice Forlivese, Forlì 1975
http://www.mucchioselvaggio.org/MENU/index1.html
http://www.elbareport.it/arte-cultura/item/5253-la-fortezza-pisana-e-il-museo-archeologico-di-marciana-riaperti-al-pubblicohttp://www.elbareport.it/arte-cultura/item/5253-la-fortezza-pisana-e-il-museo-archeologico-di-marciana-riaperti-al-pubblico







1 commento:

  1. Le foto sono guardabilissime...che nostalgia l'Elba, mi hai dato un altro modo di guardarla...BRAVA!

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