LE STRADE DI CASTRUCCIO


L'idea è questa: visitare la Toscana (un po' per volta) seguendo dei percorsi storici, tematici o geografici ben precisi.
In questo caso seguendo le strade percorse da  CASTRUCCIO CASTRACANI DEGLI ANTELMINELLI.

E chi era? Cos'ha fatto? Dov'è andato?
Bisogna allora seguire la sua vita, le sue battaglie e le sue conquiste.
Voglio, con un po' di tempo, ripercorrere le sue gesta e vedere DOVE E' STATO, quali tracce ha lasciato, cosa ha distrutto, cosa ha costruito.

E per fare questo cercherò prima di riassumere la sua vita e le sue AZIONI.
Cercherò di fare il mio meglio, senza pretese.
Buonamico Buffalmacco: Trionfo della morte,
Cimitero Monumentale di Pisa;
particolare con Castruccio Castracani

Secondo la tradizione nacque il 29 marzo 1281, a Lucca, da Gerio (Rugerio) Castracane e Puccia degli Streghi. La famiglia era in una posizione preminente nella società lucchese già dal pieno Duecento, per le attività mercantili e creditizie di livello europeo e il vasto patrimonio immobiliare e feudale.

La casa natale si trovava nei pressi dell’attuale piazza Bernardini, una lapide ancora lo commemora, dove sorgevano le case di proprietà degli Antelminelli distrutte nel 1301. La zona si chiamava San Benedetto in Gottella così chiamata dai Gottelli che vi abitavano e dalla chiesa di San Benedetto.

Nel 1300, a causa di disordini tra Guelfi Bianchi e Guelfi Neri, la Famiglia Antelminelli, come tutte le famiglie che sostenevano i Bianchi, fu cacciata da Lucca e spogliata dei beni. Gerio si rifugiò ad Ancona dove aveva interessi economici, ma poco dopo morì, seguito a pochi mesi di distanza dalla moglie Puccia.

Il giovane Castruccio si recò allora a Londra, presso un parente, imparò l’inglese e, per la sua abilità con le armi e al gioco della pallacorda, trovò grande considerazione alla corte di Re Edoardo II. Purtroppo a causa di un delitto d’onore fu costretto alla fuga. Si recò nelle Fiandre e il suo mestiere divenne quello delle armi. Combatté per Filippo il Bello di Francia e conquistò la fama di grande e valente capitano.

Ci sono poche notizie delle sue attività tra il 1304 e il 1306, probabilmente esercitò come mercenario in Nord Italia a servizio di Alberto Scotti, combatté poi per gli Scaligeri a Verona, poi a Bergamo, forse anche a Vicenza, Soncino, Brescia e poi Pistoia, ricoprì anche l’incarico di connestabile a Capodistria per i Veneziani.

Intorno al 1311 combatté in Lombardia per Arrigo VII, speranza degli esuli lucchesi per rientrare in patria.

Nel 1312 l’anno successivo raggiunse Arrigo VII in Toscana, a Pisa, e ottenne la nomina di vicario in Lunigiana. Ma il 24 agosto di quello stesso anno, poco dopo aver fondato Poggio Imperiale, Arrigo morì nei pressi di Buonconvento; le forze ghibelline, a cui aveva aderito Castruccio, si strinsero attorno a Uguccione della Faggiuola eleggendolo capitano e podestà di Pisa.

Castruccio fu stretto collaboratore di Uguccione a Pisa fino a quando, ad aprile del 1314, rientrò a Lucca insieme agli altri esuli. Qualche mese dopo una congiura ghibellina a Lucca rovesciò la situazione e Uguccione della Faggiola, di nuovo aiutato da Castruccio, ne approfittò per mettere a sacco la città e impadronirsene, mettendovi a capo i suoi figli, prima Francesco, poi Neri (Ranieri), con Castruccio al fianco.

Il grande condottiero stava per iniziare le sue conquiste.

Nel 1314 Castruccio cercò di sfruttare la situazione che si era creata in Lunigiana dove la morte di Arrigo aveva lasciato un vuoto di potere. Il suo intento era unificare e amministrare quei territori, così a luglio occupò Sarzana venendo nominato Visconte e commissario generale della Lunigiana.

Poi dette la caccia ai Malaspina della fazione Guelfa, tormentando nell’anno seguente Sarzanello, Santo Stefano di Magra, Albiano, Stradano, Castelnuovo Magra, Nicola, Ortonovo, Carrara, Avenza, Pontremoli e giungendo fino ai dintorni di Fucecchio.
Bastano? No, non bastano.

Nell’agosto del 1315 si distinse, a capo delle sue truppe della Lunigiana, nella battaglia di Montecatini combattuta contro i Guelfi fiorentini. La battaglia passò alla storia come la strage di Montecatini, infatti vi morirono oltre 2000 soldati tra cui il figlio di Uguccione della Faggiuola e il fratello del re Roberto di Napoli.
Anche Castruccio vi rimase gravemente ferito ad una gamba.

La popolarità di Castruccio crebbe velocemente anche a Lucca.
Nel 1316 Uguccione, temendolo come antagonista nel governo della città, lo fece imprigionare dal figlio Neri con l’accusa di tradimento, con l’intento di ucciderlo. Ma per paura della sommossa Neri della Faggiuola, esitò e alla partenza di Uguccione da Pisa insorse prima quest’ultima e poi Lucca.

Castruccio fu liberato e eletto capitano e difensore della città di Lucca per la quale si impegnò a recuperare ai lucchesi tutte le terre conquistate loro dai fiorentini.

Cominciarono così alcune delle sue imprese di guerra che lo resero forte e temibile capitano.

Non si contano, nei successivi 10 anni, le sue scorrerie e le sue conquiste.

In ordine sparso: Castelfranco di Sotto, Giucano, Cerruglio (Montecarlo), Sarzana, Massa e Carrara, poi Coreglia, Fosdinovo, il Castello della Verrucola, Montevettolini, Montale, Cavignano e Mammiano, la Rocca della Verruca, Montopoli Valdarno, Verrucolette, Buosi, Ponzano Superiore, Ameglia, Lerici e di Sestri Ponente in Liguria, Montefalcone, Cappiano, e il ponte sulla Guisciana, Santa Maria a Monte, San Miniato, Fucecchio, Tobbiana, Sorniana, Vergaio, Galciana, Narnali, San Paolo ed Armignano, Porcari, Carmignano, San Casciano, Buggiano, Lucchio, Sommacolonia, Sambuca Pistoiese, Serravalle Pistoiese, Popiglio, Vinci con Anchiano, Cerreto Guidi ed Empoli, Campi Bisenzio, Brozzi, Careggi, Quarrata, Rifredi, San Mauro di Signa, Capalle e Calenzano.
Bastano? E la lista non è completa.

Castruccio combatté non solo in Toscana ma anche per Marco Visconti in Piemonte, per il Marchese del Finale a Genova e per il re di Napoli Roberto d’Angiò.

Conquistò, distrusse ma anche costruì: castelli, fortificazioni, ponti, tra cui la Fortezza dell’Augusta a Lucca, la Torre esagonale a Serravalle Pistoiese ed altre che aggiungerò mano a mano.

Nel 1323 giurò fedeltà a Ludovico il Bavaro, il nuovo Imperatore.
Nel 1325 fece battere moneta a Signa, era un denaro di bassa lega, del valore di mezzo grosso, con l’effigie di Ottone e veniva chiamato Castruccino.

Nel 1327 scoprì una congiura nella sua stessa Lucca, nello stesso anno subì un attacco fiorentino in Valdarno che comportò la perdita di Santa Maria a Monte e Artimino.

Intanto Ludovico il Bavaro stava arrivando in Toscana, la via per Roma era sgombra e sicura proprio grazie ai meriti di Castruccio. Il 17 novembre del 1327 Castruccio fu investito dal Bavaro del grado di Gonfaloniere del Sacro Romano Impero, del Ducato ereditario di Lucca, Pistoia, Luni e Volterra (anche se quest’ultima non fu mai conquistata), e successivamente di Prato, di San Gimignano, di Colle di Val d'Elsa.

Era un fatto raro in Italia, Castruccio era il primo signore italiano ad avere titoli e posizione analoga a quella dei principi tedeschi. Fu un capolavoro politico e diplomatico che affianca alla figura di irriducibile condottiero quella di fine politico.

Agli inizi del 1328 fu presente all’incoronazione di Lodovico il Bavaro in San Pietro a Roma. Alcune fonti riportano che abbia addirittura tenuto la corona o fissato la spada a fianco dell’imperatore.

Ma la sua storia era già alla fine. Il ritorno a marce forzate in Toscana per l’assedio e la riconquista di Pistoia caduta e l’assunzione della Signoria di Pisa furono gli ultimi trionfi di Castruccio, le cui battaglie guidò personalmente senza riposo.

Il 3 settembre 1328, Castruccio Castracani degli Antelminelli, all’età di quarantasette anni, moriva di febbri malariche o più verosimilmente avvelenato.

Amato dal popolo, temuto dai nemici; magnanimo tiranno, saggio coraggioso.

Le sue leggendarie gesta, le sue realizzazioni diplomatiche e militari ispirarono l’ideale del Principe forte e virtuoso di Niccolò Machiavelli e di altri autori che ne raccontarono la vita e le imprese.

L’irriducibile Capitano ebbe vita breve e i suoi figli non riuscirono a seguirne le orme.
Il Machiavelli racconta in “La vita di Castruccio Castracani da Lucca” che un giorno fu chiesto al Signore di Lucca come volesse essere seppellito alla sua morte, ”… rispose: - Con la faccia volta in giù, perché io so che, come io son morto, anderà sottosopra questo paese.
Aveva ragione, peccato.

La frase sembra sia stata tramandata da segretario di Castruccio, Giovanni di Guido di Ranieri Cassiani.

Forse, con un po’ più di tempo a disposizione, Castruccio sarebbe riuscito ad unificare l’intera Toscana…
...ma questo, chi può dirlo?






Biblio:
www.treccani.it/enciclopedia/castracani-degli-antelminelli-castruccio_(Dizionario-Biografico)/ www.palazzoducale.lucca.it/popup_fatti.php?idfatto=1&idsecolo=1 www.italiamedievale.org/sito_acim/personaggi/castruccio.html www.bagnonemia.com/castracani/castruccio_castracani_doc.htm www.condottieridiventura.it/index.php/lettera-c/778-castruccio-castracani
Niccolò Machiavelli: Vita di Castruccio Castracani da Lucca
Gianni Boccardi: La vita di Castruccio Castracani de gl'Antelminelli narrata da se stesso medesimo - Nuove esperienze, 2007
Aldo Manucci: Le azioni di Castruccio Castracane degli Antelminelli Signore di Lucca, Tipografia Luigi Guidotti

1 commento:

  1. Fu il più grande lucchese di tutti i tempi anche se la sua città lo ricorda poco e male,fu l'unico che sconfisse i superbi padroni fiorentini,fu l'unico che anticipò i tempi per unificare la Toscana.

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