martedì 4 febbraio 2014

EMPOLI E IL PONTORMO (La Casa Natale)

2 febbraio, giornata uggiosa oggi. Pioggia lenta e noisa e cielo grigio. E io che speravo di ricominciare le mie scarrozzate per la Toscana!
Niente da fare. Allora limitiamoci a cosa abbiamo a portata di mano. 
PONTORMO, ovvero Jacopo Carrucci.
Dalla fine di Novembre 2013 c’è a Pontorme, località di Empoli che ha dato i natali a Jacopo Carrucci, una bella mostra: PONTORMO E IL SUO SEGUITO NELLE TERRE D’EMPOLI.

La mostra è temporanea, è vero, durerà fino al 2 marzo 2014 ma la Casa del Pontormo e la Chiesa di San Michele Arcangelo (sedi espositive) rimarranno visitabili anche dopo.
Allora perché non parlarne?


Intanto Pontorme.
E’ una frazione di EMPOLI, una volta castello murato e Comune indipendente fino ai primi del Settecento quando insieme a Monterappoli venne annesso a Empoli e… ma questa è un’altra storia.

La Casa del Pontormo si trova in via Pontorme al civico 97.
L’aspetto esterno è quello semplice di casa a schiera medievale, a tre piani, direttamente sulla via e con il piano terra a bottega (ora museo).

L’unica indicazione che siete di fronte alla Casa ve la dà una LAPIDE MARMOREA commemorativa composta da Emilio Cecchi apposta sulla facciata e, poco più a destra, la piccola porta d’ingresso fiancheggiata da una semplice INSEGNA IN VETRO.

La RECEPTION è una piccola stanza allungata con la biglietteria.
Nel periodo della mostra si pagano 6,00 € per il biglietto intero che ci permette di visitare la Mostra di Pontorme (nella Casa e nella Chiesa di San Michele), il Museo della Collegiata di Sant’Andrea in centro a Empoli e il MUVE, di cui ho già parlato. Poi ci sono biglietti con varie riduzioni.
Nei periodi in cui non ci sono mostre l’ingresso è gratuito ma la casa non è aperta tutti i giorni e bisogna informarsi bene sugli orari.

Dunque, fatto il biglietto procedo nella STANZA ACCANTO.
E’ una sala piuttosto ampia che occupa tutto il piano terra della casa. E’ SEMPLICE e povera, dal sapore antico. Le travi originali, il pavimento in cotto, gli intonaci irregolari e tratti di pareti in pietra mi riportano indietro nel tempo, quando nel 1536 Jacopo Carrucci la descriveva per il pagamento della decima.


Beh, in realtà la descrizione ritrovata negli archivi non rappresenta l’edificio proprio come lo vediamo noi. Era diverso e sicuramente più esteso in profondità, ma dalla sua descrizione sappiamo che, almeno in parte, questa casa corrisponde a quella che dette i natali al Pontormo.
La ricerca di archivio fu condotta da Ugo Procacci nel 1956 e permise l’individuazione dell’immobile in cui nacque Jacopo Carrucci. Nel 1995 la Casa è stata acquisita dal Comune di Empoli e poi restaurata e riportata allo stato originario per quanto possibile.

Durante i restauri, nel 2002, venne eseguito dall'Associazione Archeologica del Medio Valdarno uno SCAVO ARCHEOLOGICO all'interno dell'abitazione. Da tale scavo sono stati recuperati diversi interessanti frammenti ceramici (esposti fino a poco tempo fa). Prossimamente vi racconto anche questo.

Dicevamo… al piano terreno la sala ospita in questo periodo La Madonna del Libro e due disegni.

La Madonna del Libro è una copia di un pittore fiorentino coevo al Pontormo. Purtroppo l’originale del Pontormo è andato perduto ma ne possiamo conoscere l’aspetto perché andava così di moda che è stato riprodotto da almeno una venticinquina di pittori del Cinquecento fiorentino.
Se fate una ricerca su internet vedete quante ne saltano fuori di copie, di belle e di brutte.

Quella alla Casa del Pontormo è di alta qualità.
E’ stata datata approssimativamente al terzo quarto del Cinquecento e uno degli artisti che può essere individuato come probabile autore è Francesco Morandini detto il Poppi, soprattutto per la tipologia del volto della Vergine così affilato ma anche soffuso.

Comunque, sembra che l’originale sia stato dipinto dal Pontormo per un certo Rossino muratore per ringraziarlo per i lavori di pavimentazione e muratura che gli aveva fatto intorno al 1534-36 nella sua casa di FIRENZE.

Dal suo DIARIO, dagli scritti del Vasari e del Baldinucci sappiamo infatti che il Pontormo aveva casa a Firenze, in via Laura de’Pinti (attuale via della Colonna, 29 - nella foto).

E i particolari architettonici che si vedono sulla sinistra del dipinto, alle spalle della Madonna (purtroppo sono troppo scuri nella mia foto), potrebbero fare indovinare il panorama proprio da quell’abitazione.

Invece sulla destra si vedono San Giuseppe falegname assistito nel lavoro da un giovane di spalle e, oltre una geometria architettonica, una donna che passa LEGGENDO e, ancora più in là, un uomo che sale le scale e si sofferma per guardare. Sembra quasi un’ ambientazione familiare, un estratto di vita quotidiana, una bottega, i passanti… Chissà.

Le altre opere qui esposte sono sono i due DISEGNI, che risalgono ad una fase iniziale dell’attività dell’artista. Perché dei disegni?


Soprattutto per due motivi: prima perché il Pontormo era un grande disegnatore e poi per porre un accento su un aspetto critico: la sua FORMAZIONE.

Partiamo dal primo punto. Il Pontormo era un grande disegnatore perché il disegno gli serviva per elaborare la creazione. Le sue opere hanno più fasi elaborative, la stessa opera attraversa vari stadi, fino a giungere alla versione finale.

E invece la formazione? Sappiamo dal Vasari che, tredicenne, Jacopo Carrucci fu portato a Firenze. Era allora quella Firenze del primo decennio del Cinquecento, l’età dell’oro, quando soprattutto grazie alla committenza pubblica di grande prestigio si trovavano in città artisti importantissimi.

Addirittura si assisteva alla contemporanea compresenza di Leonardo, Michelangelo e Raffaello. Pochi fortunati furono ammessi a vedere i cartoni della Battaglia di Anghiari di Leonardo e della Battaglia di Cascina di Michelangelo. Il Pontormo fu tra questi e, con Andrea del Sarto e Rosso Fiorentino, li vide e ne rimase molto suggestionato.

Per questo sono importanti i disegni del Pontormo. Perché, se nelle sue opere mature, dal punto di vista stilistico, non si ritrova Leonardo, lo si ritrova invece nei disegni e nella loro travagliata elaborazione.
Inoltre i disegni mostrano la palestra dei giovani artisti: IL DISEGNO DAL VERO.

Ma torniamo alla nostra visita.
Per quanto riguarda la Casa del Pontormo, quando tornerà ai suoi normali contenuti, in questa prima sala al piano terreno potrete vedere la proiezione di UN FILMATO che, in circa 40 minuti, vi racconterà la VITA e le OPERE dell’artista.

disegni torneranno probabilmente al Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi a Firenze e la Madonna del Libro tornerà invece nella stanza al piano superiore, sua usuale e permanente collocazione.

Ora possiamo salire al PRIMO PIANO.
Alla sinistra della Madonna del Libro vediamo infatti una finestrella in alto e più in là una porta ad arco.
Queste si aprono sul una scala ad un’unica ripida rampa, disposta parallelamente alla strada e appoggiata a quello che una volta era il muro di spina della casa.

La grande stanza al piano primo, ospita per questa mostra due suggestive opere di Marco Bagnoli.

Il Bagnoli, concittadino del Pontormo, raccoglie la pesante eredità lasciata dal Carrucci ispirandosi alle sue opere e non lasciandosene intimorire.

Linguaggio diverso, sperimentale, emotivo, forse proprio per questo ispirato al Carrucci, che pagò al prezzo di grandi critiche la sua disponibilità all’eclettismo e a stilemi di culture allogene.

JANUA COELI e NOLI ME TANGERE: la realtà vista in modo diverso, riflessa, distorta, proiettata, plasmata.

A parte l’istallazione, che rende tutto molto particolare, ci troviamo ora nella stanza principale dell’abitazione: l’originaria cucina. Sono elementi decorativamente emergenti il lavello e il camino in pietra serena, sono di discreta lavorazione ma di probabile provenienza da un recupero seicentesco.

Anche lo stemma sull’architrave del camino sembra essere un inserimento tardo, che richiama l’arme dei Guicciardini ma che non corrisponde all’emblema di nessuna famiglia.

Abbiamo quasi finito.
C’è un altro piano ma la parte espositiva è terminata. Nel SOTTOTETTO, che è un rialzamento piuttosto recente dell’edificio e che quindi non c’era all’epoca del Pontormo, c’è un’altra sala utilizzata per i laboratori didattici dei bambini delle scuole.

In definitiva la Casa mi sembra interessante da vedere, ben restaurata ed eloquente della semplice realtà in cui ha vissuto Jacopo nei suoi primi anni a Empoli.
La mostra continua nella Chiesa di San Michele Arcangelo e nella vicina Compagnia, non vedo l'ora di vedere il resto e capire quale seguito e quale importanza abbia avuto il PONTORMO nelle terre d'Empoli!



Per informazioni su orari, biglietti, numeri di telefono e tutto il resto vi rimando al sito del Comune: http://www.inempoli.it/HOME/Pagina/102/casa-del-pontormo


Vedi i  post su EMPOLI


Biblio:
ascoltando le spiegazioni delle guide alla mostra http://it.wikipedia.org/wiki/Madonna_del_Libro_(Pontormo)
http://www.casapontormo.it
http://it.wikipedia.org/wiki/Casa_di_Jacopo_Pontormo

Foto degli esterni:
da GoogleMaps

5 commenti:

  1. Brava Leslie! Attendo con ansia il secondo round...io la mostra l'ho vista un mesetto fa...non potevo perdermela dopo l'esperienza meravigliosa di Castelfiorentino al museo BeGo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Stefania, mi fa piacere sentirti! E per il secondo round al BEGO ne stavo proprio parlando, anche perché ancora non ho visto l'Oratorio di San Carlo e le mostre che ospita. Sarà sicuramente una delle mie prossime tappe! Ciao

      Elimina
  2. Ciao! Come promesso sono venuta a curiosare sul tuo blog. Devo dire che lo trovo molto ben fatto. Complimenti!!! A questo punto sono curiosa di leggere il resoconto della tua visita di oggi.
    Un saluto e buon lavoro
    Belinda
    Non ti ho chiesto il nome...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Belinda, sei molto gentile! Pubblicherò al più presto le mie impressioni sul resto della mostra (sono già qui a scrivere) e sulla chiesa. Grazie ancora per le interessanti spiegazioni che mi hai dato!
      A presto.
      Leslie

      Elimina
  3. Tra un misto di giochi di specchi e scatole cinesi la Battaglia di Anghiari è li che aspetta di risuscitare. Gesù di Nazaret, Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti avendo avuto un intelligenza simile, basata su processi ricorsivi, giochi di specchi, procedimenti inclusivi; hanno avuto un volto somigliante verso il termine della loro vita pur avvenuta in età e condizioni diverse. L’autoritratto di Leonardo assomiglia al ritratto di Michelangelo eseguito da Daniele da Volterra, e l’autoritratto di Leonardo assomiglia al volto sindonico (negativo). Il telo sindonico come un'opera rinascimentale, (l'immagine della ferita al costato della Sindone ricorda l'urlo del guerriero centrale della Battaglia di Anghiari di Leonardo; e ne sancisce la presenza nascosta nel Palazzo Vecchio a Firenze, dietro il dipinto del Vasari, il quale ricopri con un suo affresco anche la Trinità di Masaccio) , i quadri del rinascimento come icone. Gesù modello e volto archetipo del genio. Cfr. ebook/book. di Ravecca Massimo. Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo. Grazie.

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...