venerdì 13 settembre 2013

SAN MINATO - in cerca di TARTUFI

Era da un po’ di tempo che mi frullava in mente quest’idea: TARTUFI.

In fondo, siamo a settembre, e novembre e la festa del tartufo bianco non sono poi tanto lontani. Quindi ho deciso di andare a fare tartufi, naturalmente non a farli proprio io, ma andare a vedere come si fa.

Mi sono rivolta a Paola, un’amica tartufaia di SAN MINIATO e con lei e la sua canina sono andata nel bosco.

E’ stata un’esperienza fantastica. Volete sapere com'è andata?


Paola abita nelle vicinanze di Corazzano, una località vicino ai boschi del comune di San Miniato. Abbiamo fissato di incontrarci alle 7,30 al bar del distributore Genovini, tra San Miniato e Corazzano. In realtà lei, quando è da sola, parte molto prima perché fa delle lunghissime passeggiate in cui io non sarei in grado di seguirla, ma questa volta ha deciso di accorciare tempi e itinerario, apposta per me!

Mi sono vestita proprio come mi ha consigliato lei, pantaloni lunghi, scarponcelli e camicia a maniche lunghe. Anche se in questa stagione è ancora caldo, in bosco bisogna proteggersi da vipere, arbusti con pruni e tafàni.

Cosa sono i tafani? Io non lo sapevo, ora, dopo due punture, lo so. Sono dei grossi mosconi, ho scoperto che li chiamano anche mosche cavalline, che dopo le 9,30-10,00 cominciano a ronzarti addosso e se sei un po’ sudato e non protetto, ti pinzano. A me hanno pinzato sulle mani, le uniche parti scoperte, ma non impauritevi, niente di ché. Pizzicano meno delle zanzare.

Sono impaziente; alle 7,30 arriva Paola, baci e abbracci, e poi andiamo a cambiare la macchina e a prendere la canina a casa. Sì, perché per andare in bosco serve una macchina adatta; Paola ci va con un Pandino 4x4, fantastico, quelli vanno ovunque!

La canina si chiama Stellina ed è la più anziana delle sue due canine, è la mamma; l’altra su chiama Titta. Sono due mix di Lagotto Romagnolo meticcio, vivacissime e affettuose.

Stellina, nonostante i suoi otto anni, è in formissima! Vedete nella foto come scodinzola?

PARTIAMO. Nel tragitto Paola mi racconta qualcosa di questa attività.

Mi dice innanzitutto che siamo in un periodo di passaggio tra il TARTUFO SCORZONE e il TARTUFO BIANCO e che quindi probabilmente non ne troveremo.
Ma tanto a me non importa, mi basta vivere l’ emozione dei boschi. E mi precisa Paola che, comunque, anche se li trovassimo, non si possono prendere perché fino al 10 settembre non è permesso.

Come tutte le attività anche la raccolta dei tartufi è soggetta ad una legislazione e tempistica precisa per salvaguardare la natura e i suoi prodotti.
“E allora perché ci vieni?” le chiedo.
“Perché i cani vanno allenati.”

Mi spiega che per raccogliere i tartufi servono il corso di abilitazione con esame alla Provincia, il patentino e il versamento pagato tutti gli anni alla Regione, poi i CANI devono essere regolarmente microchippati, altrimenti sono guai.

Con il pandino ci inoltriamo in una stradina stretta e scoscesa, ci fermiamo in una radura nel bosco. Di qui inizia la nostra avventura.
Stellina è felicissima, corre avanti e indietro, con le orecchie al vento, è una scheggia che quasi non riesco a fotografarla. Prendiamo un SENTIERO (facile, mi spiega Paola, tutto in piano) e cominciamo ad addentrarci.

Stellina comincia subito ad ANNUSARE e non ha fermezza. Trova un punto sotto ad un cespuglio ed inizia a SCAVARE, poi si sposta per LASCIARE IL POSTO a Paola.
E' emozionante la simbiosi. Tra il bosco e Stellina e tra Stellina e Paola.

Paola non smette mai di parlarle, la incoraggia, le chiede, la incita. E' un dialogo continuo tra Paola che chiede "Che c'è Stellina, che c'è?" oppure "Attenta, vai... piano, piano..." e ancora "Non ti allontanare, non ti fare male..."
E Stellina che RISPONDE, a gesti, con lo sguardo, con la voce o con movimenti che sono ormai un LINGUAGGIO che solo loro due riescono a capire.

Paola si avvicina alla buca, mi spiega che non è convinta. La reazione di Stellina infatti è strana, sembra arrabbiata, mugugna, se la prende con i cespugli strappandoli, io non capisco. Quando Paola si avvicina, guardiamo la buca.

Paola scava un po' con la mano, poi prende un pugno di terra e lo annusa, fa sentire anche a me.
L'inconfondibile aroma di tartufo si sente, chiaro e forte. Ma il tartufo? Non c'è. Ma c'era. Fino a poco fa.

Ecco perché Stellina era tanto arrabbiata! Si era sentita fregata!

Andiamo avanti e ci addentriamo sempre più in profondità nel bosco. E' veramente BELLO ed è veramente difficile tenere dietro alla canina che viaggia ad una velocità supersonica!

Provo a fare foto, ma finisco sempre per cogliere a mala pena una parte del corpo prima che si immerga nella boscaglia.

Poi sparisce nel sottobosco fitto, Paola ascolta... nel silenzio, sa interpretare i fruscii dei suoi movimenti... sì, c'è qualcosa.

Dobbiamo raggiungerla. Quasi carponi raggiungo Paola, che è veloce quasi quanto Stellina.
Non c'è bisogno di andare in palestra per chi raccoglie tartufi!
Arrivo nel punto dove Stellina sta scavando.
Questa volta la reazione è diversa.

Mi spiega Paola che quando c'è qualcosa, quando sente il TARTUFO, Stellina lo segnala in modo chiaro, dà una ZAMPATA nel punto preciso, e poi aspetta l'intervento di Paola, rimanendo nelle vicinanze. Proprio come in questo caso. Vediamo.

Paola si avvicina e chiede conferma a Stellina.
"C'è stellina? C'è? Dove?"
Stellina conferma. Allora Paola prende il suo strumento. Me l'aveva fatto vedere in auto,  è un vanghetto, che in dialetto toscano sanminiatese viene chiamato SBARRINO. E' un bastone con una punta di ferro con una sagoma particolare e serve per scavare i tartufi senza frantumare il tartufo, né al fare altri danni.

A questo punto basta guardare le foto per capire l'EMOZIONE. E' come la caccia al tesoro, ma più emozionante perché la gara e tra elementi della natura: la parte che si nasconde (il tartufo) e la parte che cerca (Stellina).

E noi umani? Io sono solo spettatrice e Paola è l'interprete. Qui chi comanda non siamo proprio noi!

Poi Paola si ferma, mi guarda e mi fa segno chiedendo se voglio fotografare. Pulisce una zona della buca dove affiora qualcosa di più chiaro.
Eccolo, è un TARTUFO. Ed è anche piuttosto GRANDE! A questo punto la prima cosa da fare è dare il PREMIO DI RINVENIMENTO! La cercatrice sa che le spetta di diritto e corre subito da Paola a reclamarlo.

E Paola, sempre parlandole e dicendole che è stata brava, estrae un sacchettino dalla tasca e le dà il meritato bocconcino di premio: un pezzettino di carne.

Nel fare questo ci accorgiamo che Stellina ha un taglio nell'estremità dell'orecchio e perde sangue. Paola è preoccupata, vuole quasi tornare a casa, ma Stellina sembra non accorgersene. Probabilmente l'orecchio è rimasto attaccato ad un pruno e si è graffiato.

Dopo aver guardato bene, Paola capisce che non è grave, sta già smettendo di sanguinare, possiamo continuare. Mi racconta però che le era già capitato perché Stellina, ma anche Titta, è agitata e corre all'impazzata. Le prime volte si era impaurita, poi ha capito che non è grave.

E mentre me lo racconta emerge tutto l'affetto per questa canina, che è un membro effettivo della famiglia, una bambina, una sorella, un'amica.

Mi racconta che se ha deciso di prendere il tesserino è stato proprio per lei. Perché Stellina era la canina da tartufi di suo padre e quando lui è venuto a mancare lei si è presa cura di Stellina e di Titta, che era piccola. All'inizio pensò di tenerle come cani da compagnia ma poi si rese conto che, ogni volta che le portava fuori, loro cercavano, cercavano, scavavano e non avevano pace. Allora decise di imparare.

Paola è un' AUTODIDATTA. Ha dovuto imparare da sola, o meglio, con Stellina.
Stellina le ha insegnato tutto. Le ha mostrato dove andare, le ha fatto capire il suo linguaggio, le ha insegnato il mestiere della tartufaia.
Ed è anche per questo che il loro legame è così forte e si percepisce.
Paola è una tartufaia anomala. Non è rigida con le canine, è DOLCE. Le parla di continuo, proprio come se fosse una persona. E la cosa che stupisce è che Stellina capisce, anche se a volte fa come gli pare. Forse andrà anche un po' a discapito della ricerca, ma vi assicuro che vederle insieme è emozionante.

Ma il percorso non è finito. Riprendiamo il cammino nel bosco e camminando troviamo anche un bel fungo, simile al Porcino, mi spiega, mi pare mi abbia detto che è un gattarello, ma non sono sicura.
Stellina intanto è sempre attivissima, più volte attira l'attenzione di Paola, a volte trova il tartufino (e se è piccolo se lo mangia direttamente come è abituata a fare), a volte trova quelli non commestibili. Non sapevo che esistessero, alla vista sono simili ai tartufi buoni, ma dentro sono vuoti e l'odore è leggermente diverso.

Io sono letteralmente affascinata. Mentre cerco di seguire Stellina con lo sguardo e con l'obiettivo mi accorgo di avere stampato sulla faccia un sorriso fisso, da idiota, incantato, come se tutta quella  MERAVIGLIA mi avesse resa incosciente delle mie reazioni.
E non riesco a smettere di sorridere guardando questa frugoletta nera e pelosa che corre qua e là! Ed sono felicissima che ogni tanto venga anche da me, a salutarmi, come a farmi sapere che è contenta che ci sia anch'io.

Sono passate le 10, abbiamo camminato un bel po' e come anticipato da Paola... arrivano i tafani. Infatti comincio ad essere sudata, non sono abituata a camminate così lunghe. La prima puntura è sul polso sinistro, la seconda sul dito della mano destra. Ma non è così preoccupante come pensavo, si sente la bucatura, è vero, ma sparisce subito.

Seguendo Stellina entriamo nel sottobosco e ci arrampichiamo in alto fino a sbucare in un sentiero piuttosto largo. Qui si cammina bene, è pulito. Chiedo a Paola se siamo già passati di lì e mi risponde di no, chiedendomi se mi sono persa. Certo!, da dopo 10 metri che siamo partite! Ride.

Ma l'ora è abbastanza tarda e se aspettiamo ancora molto rischiamo di essere proprio avvolte dai tafani come è capitato una volta a Paola. Mi racconta che è dovuta letteralmente scappare a corsa perché sia lei che la canina erano attaccate da decine di questi insetti. Ma è stato solo un caso ed era molto più tardi.

Comunque credo che l'esperienza valga bene qualche puntura di tafano.

Torniamo verso l'auto. Io sono stanca morta ma FELICISSIMA.

Il nostro bottino non è materiale (i tartufi non li abbiamo potuti prendere), ma è emozionale! Per me almeno.

Mi sento il cuore gonfio  di gioia almeno quanto mi sento stanche le gambe!
Grazie Paola, grazie Stellina della magnifica avventura!

Se volete vivere un'esperienza come la mia (magari in un periodo buono per raccogliere tartufi), Paola è molto disponibile ad accompagnarvi.

Potete contattarla direttamente per mail: casta.paola@gmail.com, telefonando al 377.4289923 o tramite il suo blog qui: http://tartufointoscana.blogspot.it



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