mercoledì 4 settembre 2013

POGGIBONSI: visita al Parco Archeologico di Poggio Imperiale


Era tanto, ma proprio tanto, che volevo andare a Poggio Bonizio. Cos'è Poggio Bonizio?

Un SITO ARCHEOLOGICO vicino alla Fortezza Medicea di Poggio Imperiale a POGGIBONSI.

Finalmente l'occasione si è presentata con l'iniziativa Le Notti dell’ Archeologia, con oltre 200 eventi più o meno archeologici in tutta la Toscana, e quasi tutti gratuiti.

L'evento si chiamava “Una notte a Poggio Imperiale”, ed è stata proprio l’occasione giusta perché cosa ci può essere di meglio che farsi spiegare un sito archeologico dagli stessi archeologi che l’hanno scavato e che lo gestiscono e che oltretutto organizzano una splendida RIEVOCAZIONE per tuffarci nel 1313!

Ma andiamo per gradi, ora ve lo racconto!
Il CASSERO della Fortezza Medicea non è difficile da trovare (se l’ho trovato io…), si trova a sud di Poggibonsi e ci si arriva seguendo l’indicazione per San Lucchese e poi Cassero. Tranquilli, lo trovate.
Si percorre una stradina bianca lungo parte della cinta muraria della fortezza e poi si arriva all’ingresso del Cassero. Subito prima c’è un parcheggio, perfetto.

Il ritrovo è alle 21 circa. All’ingresso vedo l’indicazione del bar e del ristorante, se lo sapevo prima mangiavo lì; comunque la pizza a taglio di Baffo in centro a Poggibonsi non è stata niente male.

La porta d’ingresso si apre al centro del fronte bastionato della fortezza pentagonale, sul lato ovest. Ai lati, due bastioni ci fanno rendere conto dell’imponenza del complesso.

Passando all’interno della PORTA si percorre un corridoio in salita che ci porta in una stanza con strutture voltate bellissime e un enorme camino. Siamo all’interno di un edificio costruito posteriormente all’edificazione del Cassero (era assente nei documenti della metà del Cinquecento, ma già presente nella prima metà del Settecento).

Lo vedete nella foto all'inizio del post al calare del sole, ripreso dall’antistante piazza d’arme; in questa foto invece vi rendete conto di quanto fosse grande.

E’ uno SPETTACOLO veramente bello, PANORAMA incantevole con una brezza fresca che con questi caldi (38°C da tre giorni) ti rimette al mondo. Sono già presenti una decina di persone accorse per l’evento.

Comincia a calare la sera. In un batter d’occhio siamo già una sessantina, con e senza prenotazione. Credo che non si aspettassero una presenza così.  

La nostra guida è un’archeologa bravissima che, prima di iniziare, ha fatto l’appello e si è assicurata che tutti avessimo delle TORCE.
Sì, perché ci avevano consigliato di munirsi di torce elettriche perché la visita agli scavi sarebbe stata illuminata solo da qualche fiaccola. Io sono organizzata con una minuscola luce led, ma ci sono dei veri professionisti con fari alogeni tipo luce d’emergenza!

Comunque per i disorganizzati viene in soccorso la guida con una fornitura di torce da speleologi. C’è persino una canina bassotta (Lola, il nome, credo) munita di lucina led attaccata al corpetto, anche lei ha diritto di vedere dove cammina!

Per iniziare, la nostra guida ci dice qualcosa sul posto dove ci troviamo.
Ma siccome a non tutti interessa la parte storica ho deciso di riportarla su un post separato, così chi non vuole leggerla va avanti veloce, chi è interessato la trova qui.

Dirò solo che nel 1313, questa collina venne scelta da Arrigo VII per la fondazione di una nuova città: Monte Imperiale.

La nostra guida, una sorta di Virgilio ci accompagna quindi in un altro mondo, un mondo che si è fermato 700 anni fa. Prima di iniziare la visita vera e propria ci riporta fuori e si sofferma a spiegarci qualche altra cosa sul cassero.

Innanzitutto, di fronte alla porta da cui siamo entrati, c’era in origine un fossato con ponte levatoio, e non era neanche troppo piccolo perché occupava la parte di spiazzo attualmente antistante il fronte del cassero. E’ già buio ma non mi sembra piccolo.

Ci dirigiamo verso il bastione di sinistra (guardando l’ingresso) e ci fa notare che ha tre livelli di casematte, due sotto il marcapiano della scarpa (di cui uno in basso a livello dell’originario fossato) e uno sopra. In basso si vedono le troniere da cui sparavano con i cannoni per difendere il fossato.

Una CURIOSITA': non avevo mai pensato alle condizioni degli addetti ai cannoni al momento dello sparo nelle casematte. Poveretti, a parte il rumore, m’immagino, la stanza si riempiva di fumi, e come facevano? C’erano dei sistemi di convogliamento dei fumi e l’archeologa ci spiega che erano due diversi sistemi per i due bastioni (di destra e sinistra).

Mentre nel bastione di destra c’era una serie di collegamenti tra i vari ambienti sovrapposti in modo che il fumo defluisse, in quello di sinistra c’era proprio una canna fumaria all’interno della muratura che conduceva i fumi all’esterno. In questo bastione era situata anche la cisterna dell’acqua potabile.

E adesso ci dirigiamo agli scavi. Accese le torce (erano così tante che la mia piccolissima era superflua), prendiamo una stradina tra gli alberi in direzione nord est.

Stiamo andando a rivivere la fondazione di Monte Imperiale.

La stradina, anche con le torce, è buia, poi si allarga… si vedono dei lumicini in lontananza.

All’IMPROVVISO, una voce dal buio ci dice qualcosa. Parla in TEDESCO, sembra ARRABBIATO l’uomo che con passo veloce, spada al fianco, ci viene incontro.

Dopo un primo momento di sbigottimento capiamo che ci sta chiedendo chi siamo.
“Deutsch oder Italienisch?” ci chiede, siamo tedeschi o italiani?
Italiani, rispondiamo. La nostra guida conduce il colloquio e si presenta: si chiama Madonna Causarano
“Parente di Carlo d’Angiò?” chiede l’uomo ancora diffidente.
“Alla lontana” risponde lei. E’ il nostro SALVACONDOTTO, possiamo passare.

Siamo sbigottiti, meravigliati e del tutto affascinati da quello che ci sta succedendo intorno.

Anche l’uomo si presenta: è Baldovino, arcivescovo di Treviri, fratello di Arrigo VII Imperatore, ed è lì per presiedere alla costruzione di Monte Imperiale, nell’attesa dell’Imperatore che arriverà tra tre giorni.
Beh, tutto sembra fuorché un mite uomo di chiesa, ma a quei tempi…

Ci accompagna e ci presenta degli uomini che, poco più in là, stanno lavorando. Sono i muratori e il capomastro. Ci soffermiamo a fare due chiacchiere, il ghiaccio è sciolto, sono simpatici, e poi continuiamo la visita.

A quei tempi, nel 1313, erano ancora visibili le strutture distrutte di Poggio Bonizio e i nuovi costruttori sfruttarono sapientemente tutto quello che potevano riutilizzare. Ora si vede poco, almeno con i nostri occhi. Nei loro invece, ci sono grandi costruzioni, case, botteghe, strade e fognature.

Baldovino ci accompagna lungo una viottola che è in realtà la strada principale del paese. Più volte ci dice che siamo strani, vestiti male, si chiede se siamo pazzi e da che parte del mondo veniamo. Madonna Causarano lo tranquillizza: non siamo pazzi vestiti male, veniamo dal 2013! Ma Baldovino non capisce e continua a dirci che siamo strani! Una scenetta!

Nel nostro percorso attraverso l'abitato (che tutti vedono tranne noi), incontriamo poi altri personaggi che ci parlano, raccontano di loro, ci fanno domande. E per tutti siamo STRANI!

E intanto la nostra guida ci fa notare una cisterna per l'acqua e la strada delle botteghe: è la Via Francigena che attraversava il centro urbano.
Ci sono botteghe di fabbri, armaioli, maniscalchi… ma noi non li vediamo! Eppure i nostri accompagnatori dicono che ci sono! Boh!?

Man mano che camminiamo altre persone si uniscono al gruppo, sono altri abitanti di Monte Imperiale, chi ci dice cosa mangiano, come lavorano, chi ci guarda storto (siamo strani!).
Il nostro gruppo è sempre più misto nell’abbigliamento medievale e moderno.

Ancora più avanti troviamo un’altra grande cisterna, un pozzo che non è stato nemmeno indagato tutto, tant’è profondo! Era stato riempito sia dal crollo della parte sommitale, probabilmente al tempo della distruzione del paese, in parte con le pietre trovate dai contadini nel secolo scorso.

Ed eccoci ad un assembramento: altra gente che lavora.
E' stato riprodotto proprio il cantiere medievale per la costruzione dell'abitato: quindi ci sono due uomini che usano un'attrezzatura che ci spiegano essere il prototipo di una betoniera, il falegname ci mostra gli attrezzi, il capomastro con i muratori, il fabbro alla forgia che, com'era uso, fa lavorare un bambino al mantice!

Lì accanto c’è un fuoco: stanno cuocendo qualcosa da mangiare.

Ci fanno vedere il procedimento per fare i PANIGACCI con dei piccoli testi di ceramica scaldati direttamente sulla fiamma.

Questa specie di piadina viene poi farcita con formaggio o affettati. Li ho assaggiati: niente male!

A questo punto, la visita sullo scavo archeologico è finita.

Salutiamo gli operai e Baldovino, che si mostra impegnatissimo nei preparativi per l’arrivo del fratello Imperatore: il paese dovrà essere bellissimo e celebrare l’importanza di Arrigo nel futuro.
Allora, gli dice Madonna Causarano, che si mantenga in salute e che non si rechi a Buonconvento! Ci strizza l’occhio, a noi aveva già detto che Arrigo morirà a Buonconvento solo pochissimo tempo dopo la fondazione di Poggio Imperiale. E con la sua morte finirà anche la storia del paese.

Torniamo al Cassero, chi è interessato può visitare il MUSEO, così ci dirigiamo ai piani superiori dell’edificio sulla piazza d’arme.

Il piccolo Centro di Documentazione ci racconta per immagini e ricostruzioni la vita dell’insediamento di Poggio Bonizio.
E dove le immagini e le ricostruzioni non bastano c’è la nostra guida che, dismessi i panni di Madonna Causarano, è di nuovo la bravissima archeologa.

Io lo dico sempre, i musei vanno visti con le guide o con qualcuno che ce li spieghi. Ci si gode di più la visita e si capiscono tante cose che altrimenti ci rimarrebbero sconosciute!

La bravura della nostra guida sta anche nel fatto di saper raccontare cose complesse con una semplicità da bambini; proprio come questo museo che, anche se non sai leggere, ti fa capire tutto lo stesso.
Opinione personale: troppo spesso i musei risultano didascalici e noiosi anche se i contenuti sono formidabili. Questo no, è semplice e immediato, è di quelli che piacciono a me! 

Alle pareti ci sono tanti pannelli che ci fanno VEDERE com’era il centro abitato nei secoli subito dopo la sua nascita, poi fino al X, XI secolo.
La guida ci fa notare che le varie “foto” (tanto sembrano reali) rappresentano sempre la stessa area di territorio, così possiamo notare l’espansione dell’abitato in periodi diversi.

E si nota anche la differenza dei materiali impiegati. Le prime capanne hanno il tetto in laterizio, le successive in paglia. Ci spiega l’archeologa che nel Tardoantico, ancora si conservava la sapienza costruttiva romana, che poi si perde.

Nella prima stanza c’è anche una ricostruzione di una capanna, così possiamo vedere com’era, di cosa era fatta, dov’era il focolare, com’era arredata (per dire) ecc…

Nella seconda sala si va avanti nel tempo, si parla di Poggio Bonizio vero e proprio, quello fondato da Guido Guerra. Anche qui pannelli illustrati molto dettagliati ci mostrano le case. In uno è rappresentata un’abitazione (una ben precisa, non una generica presa a caso), con corte e con il cane. In un’altra si vede un terrazzino di legno. Ci fanno notare che se hanno disegnato il terrazzino di legno è perché hanno effettivamente trovato frammenti lignei e se hanno disegnato il cane è perché ne hanno trovato le ossa. Tutto è molto minuzioso.

Poi ci sono oggetti in mostra, vetri, monete, ceramiche, le piastrine dei pellegrini trovate nelle fosse degli inumati… tutto a testimoniare la grande importanza del centro. Poi ancora le rappresentazioni delle fasi costruttive del 1313, quelle di Arrigo VII che abbiamo vissuto in prima persona, e la costruzione della Fortezza Medicea al tempo di Lorenzo il Magnifico.

Di norma il museo contiene anche le ricostruzioni di alcune botteghe artigiane, con gli attrezzi e i materiali. In quell’occasione molte erano state portate fuori, erano quelle che avevamo già visto sul campo, nello scavo.

In definitiva, il posto è da raccomandare, sia lo scavo che il museo. Ma ancora di più è valsa la pena di visitare Monte Imperiale in un’occasione come questa, per metà rievocazione e per metà sperimentazione archeologica.
Il sito è aperto da una decina d'anni per merito dell' Università di Siena che con i suoi archeologi ha studiato e riportato allo splendore le antiche strutture rendendole fruibili. Complimenti.

Probabilmente ci tornerò per vedere meglio il sito archeologico alla luce del sole e per fare un po' di foto

Per chi è interessato a tutte le attività che si possono fare al Parco Archeologico di Poggibonsi, il loro sito è questo: http://www.parco-poggibonsi.it

Buon’avventura!

P.S.: ho fatto del mio meglio per spiegare quel po' di storia necessario a capire cosa ho visitato. Spero di non aver scritto strafalcioni; nel caso, perdonatemi, e avvertitemi: correggerò volentieri!


Vedi altre rievocazioni storiche.


Biblio:
https://maps.google.it
http://www.parco-poggibonsi.it
R. Francovich, M. Valenti: Archeologia dei paesaggi medievali. Poggio Imperiale a Poggibonsi, il territorio, lo scavo, il parco – , All’Insegna del Giglio, 2005
Paolo Falosci: Una chiesa del Barbarossa a Monterappoli nell'empolese in Milliarium. Periodico di informazione archeologica N° 9, 2011, Editori dell'Acero





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