mercoledì 21 agosto 2013

EMPOLI lungo la Via Salaiola: il TABERNACOLO DI SANT'ANNA

Riprendiamo la nostra Via Salaiola e dirigiamoci a sud di EMPOLI.

Arrivati alla rotatoria nella zona cimiteriale, prendiamo per Corniola, una piccola frazione che una volta era piuttosto paludosa, e seguiamo la strada poi, alla fine della dirittura, svoltiamo a sinistra.

La via che anche attualmente si chiama Strada Provinciale Salaiola era conosciuta come via di Monterappoli.
Infatti la Via Salaiola era un’importante via di crinale che attraversava il piccolo centro abitato di Monterappoli (proprio piccolo eh!), a pochi chilometri da Empoli.

A testimoniare l’importanza di questa via, incontriamo sovente tabernacoli e edicole votive.


Ma a che servivano questi tabernacoli?
Probabilmente sono l'eredità di antiche tradizioni pagane che prevedevano la costruzione di edicole in onore di Ermes/Mercurio, protettore delle strade, di trivi e quadrivi.

La PAURA, la necessità di CONSOLAZIONE, la DEVOZIONE per santi e le loro virtù miracolose guidarono la realizzazione di questi manufatti a cui è riconosciuto un ruolo di sorveglianza e protezione.
Si trovano infatti lungo le strade maggiormente percorse dai viandanti, in corrispondenza degli INCROCI, come difesa da cattivi incontri, oppure nelle vicinanze di luoghi pericolosi come strapiombi o ambienti naturali  che alimentano il terrore religioso.

In questi luoghi negativi poteva realizzarsi la comunicazione tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti, si sarebbero potute aprire le porte degli inferi e poi dell’Inferno!
L’antica funzione dei tabernacoli, di presidio apotropaico dei margini, ovvero dei confini degli spazi sacralizzati e sicuri, rimane ancora oggi nel termine toscano “marginette” con cui vengono indicati.

IMMAGINATEVI come doveva essere spostarsi a piedi, o al massimo a dorso di muli o cavalli, al crepuscolo, senza lampade che illuminassero la via, senza indicazioni stradali che dicessero che non stavamo sbagliando, senza la sicurezza di non essere aggrediti da BRIGANTI.

Io me lo immagino così:

La tranquillità della sera, che sovente invita alla contemplazione del Creato, lascia il posto all'inquietudine della notte. Gli oggetti perdono i contorni, mancano i punti di riferimento, ogni fruscio è una minacciosa presenza.

Cammino nel SILENZIO e nell'OSCURITA' incombente, avverto la solitudine, il senso di abbandono, lo smarrimento e l'angoscia e la razionalità lascia il posto alla PAURA e alla sensazione dell'approssimarsi della fine.

Ombre e fantasmi inesistenti mi accompagnano, nelle TENEBRE si nasconde IL MALE e solo la preghiera e la consolatoria immagine votiva del Tabernacolo mi può dare la forza e il coraggio di andare avanti.

Credo fosse questo lo spirito e la gioia con cui il viandante si avvicinava all'edicola sacra, recitava una preghiera e continuava il suo cammino, sperando di arrivare a termine il prima possibile.  


Ma torniamo a Corniola e alla Via Salaiola.
Ed ecco che, passato un ponticino sul Rio dei Cappuccini, vediamo alla nostra sinistra, all’angolo di via di Sottopoggio a San Giusto, un Tabernacolo.  

E' il Tabernacolo di Sant'Anna, una semplice edicola timpanata, che ospita nella nicchia un’immagine in terracotta raffigurante la Madonna col Bambino. E’ un bassorilievo invetriato in stile ROBBIANO con cornice policroma di frutti e foglie.

Purtroppo la terracotta è gravemente danneggiata, il volto della Madonna e parte del busto del Bambino sono mancanti, l’invetriatura è in più parti distaccata e caduta.
Sul lato destro della nicchia si vede un cardine arrugginito (dovevano essere due ma quello in basso è mancante) che doveva, un tempo, sorreggere un cancelletto di protezione all’immagine.


La struttura del tabernacolo è in mattoni rossi e calce e alcuni testi riportano che venne edificato nel 1914.
Fu dedicato alla Vergine in occasione della festività di Sant'Anna del 26 Luglio, come è scritto sulla lapide marmorea.

Siccome non so se dalla foto l'iscrizione è leggibile, la riporto:

ANNAE QUAE FILIA ET PIA
DEI MATER ES MARIA
NUNC ET IN MORTIS HORA
CHRISTUM PRO NOBIS ORA
A.D. VII KAL. AUG. A.D. MCMXIV
FESTIVITATE S. ANNAE

Dalle Mappe dei Capitani di Parte della fine del XVI secolo, sembra anche che precedentemente vi insistesse già un’altra edicola e che quindi quella del 1914 fosse più che altro un restauro o un rinnovo.

In attesa di scoprire qualcos'altro su questo piccolo TABERNACOLO, andiamo avanti, lungo la Salaiola, verso Monterappoli.

Quale sarà la prossima tappa? Non lo so ancora... staremo a vedere!

Comunque, quello di Sant'Anna è un piccolo tabernacolo, ma se volete vederne 2 veramente fantastici vi consiglio il BEGO di Castelfiorentino.

Vedi tutti i post su EMPOLI


Biblio:
Elena Testaferrata e David Parri: I tabernacoli di Empoli. Edicole e immagini di devozione dul territorio empolese tra XV e XX secolo – Editori dell’Acero
Walfredo Siemoni e Marco Frati: Empoli. Una città e il suo territorio – Editori dell’Acero
Anna Benvenuti: Introduzione. Il popolo di Dio e le sue paure, in Il popolo di Dio e le sue paure. Incontri di storia, arte, architettura nei comuni di Cerreto Guidi, Empoli e Vinci, a cura di Emanuela Ferretti - Società Storica della Valdelsa, Castelfiorentino
Walfredo Siemoni, Libertario Guerrini: Il territorio empolese nella seconda metà del XVI secolo -  Gonnelli 1987, Firenze




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